Il Teatro Che Cresce“ è inteso nella doppia accezione di un fenomeno che cresce in città e che allo stesso tempo fa crescere chi lo vive.  La rassegna vuole far crescere la cultura teatrale in città, favorendo l’incontro tra teatro e cittadini, tradizione e innovazione, artisti emergenti e compagnie affermate. Gli spettacoli in rassegna sono pensati per coinvolgere pubblici diversi: bambini, bambine, ragazzi, ragazze e adulti. Gli spettacoli KIDS si rivolgono soprattutto ai più piccoli. 

Il teatro che cresce, è organizzata da IAC Centro Arti Integrate con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Basilicata e del Comune di Matera.

Calendario adulti 

27-28 settembre ore 20:00 – “Qualcuno doveva aver calunniato Joseph K.” | IAC 
10-11-12 ottobre ore 20:00 – “Selavì” | IAC / Erbamil
7 novembre ore 20:00 – “Flyover country” | Evoè!Teatro
14 novembre ore 20:00 – “Tecniche di lavoro di gruppo” | Dimore Creative
14 dicembre ore 20:00 – “Atto di dolore” | Solare Fondazione delle Arti Teatro delle Briciole

Calendario KIDS

19 ottobre ore 18:00 – “un’Odissea” | Dracma Teatro
1 novembre
 ore 20:00 | 2 novembre ore 18:00 – “EH – OH! In marcia per la pace” | IAC 
30 novembre ore 18:00 – “Lindo, Regina e Soledad” | Florian Metateatro | Età 5+ | Durata 55 minuti
6 dicembre ore 18:00 – “Nose nonsense” | Fraternal Compagnia | Età 6+ | Durata 60 minuti
8 dicembre ore 18:00 – “Teste dure” | Ultimi Fuochi | Età 6+ | Durata 55 minuti
19 dicembre ore 20:0020 e 21 dicembre ore 18:00 – “Buon Natale signor Scrooge!” | IAC | Età 6+

Informazioni utili

Ingresso: Intero 8€ | Ridotto (under 18) 5€ 

Il botteghino apre mezz’ora prima dello spettacolo.

È consigliata la prenotazione
: inviare un messaggio whatsapp al numero +39 3274095384 (IAC) indicando nome, cognome, numero di spettatori, titolo e data dello spettacolo.

IAC
in Via Casalnuovo 154, Matera.

Qualcuno doveva aver calunniato Joseph K.

Esito di laboratorio teatrale Fare Teatro 2024-2025

Con: Vincenzo Accetta, Giulia Ambrosioni, Marco Bianco, Alessandro Cornacchia, Davide Cornacchia, Maria Falcicchio, Filippo Gazzaneo, Pietro Nicola Locantore, Monica Pintozzi, Barbara Scarciolla, Mariella Venezia, Anna Vizziello.

Una mattina il signor K. si sveglia con degli strani ospiti che gli comunicano il suo arresto.  Da quel momento, la sua vita cadrà in un sogno-incubo da cui cerca disperatamente di uscire.

A cura di Nadia Casamassima e Andrea Santantonio

Selavì

Con Nicola Lorusso | 
Drammaturgia e regia Nicola Lorusso e Pietro Cerchiello | Musiche originali Gipo Gurrado
Una co-produzione Erbamil e IAC Centro Arti Integrate

Tratto dalla vera storia di Carlo Burei, autore del libro “Il Sole Blu”.

L’uomo in vestaglia e ciabatte è Gino Badate, che la notte del primo giugno viene investito da un camion e si ritrova in uno stato indefinito, tra la vita e la morte, catapultato nel ricordo di ciò che è stato nella sua vita, che adesso gli scorre tutta davanti, per l’ultima volta, come fosse un grande film. Una storia semplice, concreta, diretta, che dà il pane al pane ed il vino se lo tiene per sé, una storia ubriaca, stralunata, che Gino racconta attraverso un linguaggio poetico e ironico, lucido e sconclusionato, dall’inizio alla fine: dai 100 anni di gravidanza di sua madre, passando dal lavoro come barbiere al sogno di fare il regista. E ancora l’asilo del nonno, i ladri, l’amore per Pina e alla fine… l’incidente. Una lunga confessione davanti a Dio. Che forse non è proprio Dio, che forse è soltanto un sogno, un bellissimo sogno ad occhi aperti. 

E in questa lunga confessione, delirante, appassionata, sconclusionata e tutte quelle parole che fanno rima con Franco. Gino ringrazia Dio per la vita che gli ha Donato (suo fratello), che si è divertito molto (che non fa rima con Franco ma si è comunque divertito). Ma adesso è ora di andare, di lasciare quella vita che non è più vita, di trovare una morte che morte non è. Gino decide di ripercorrere il suo viaggio, per l’ultima volta.

un'Odissea

Con Francesco Picciotti | Di Francesco Picciotti e Marco Ceccotti | Regia Fabrizio Pallara | Costruzione oggetti musicali Francesco Picciotti | Scene Fabrizio Pallara e Francesco Picciotti | Una produzione Dracma Teatro e Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari/Museo Pasqualino 

L’Odissea è il grande poema del ritorno e dello smarrimento, del viaggio che si prolunga oltre ogni previsione e che diventa destino. Al centro c’è Ulisse, l’eroe astuto e fragile, uomo di ingegno e di desiderio, che incarna l’eterno conflitto tra la nostalgia di casa e l’irrefrenabile spinta verso l’ignoto; è insieme guerriero e narratore, viaggiatore e sognatore, marito, padre e amante: un archetipo che parla ancora oggi alla nostra inquietudine. Raccontare questa storia ad un pubblico di tutte le età significa consegnare ai bambini un grande specchio in cui riconoscere le proprie paure e i propri desideri. I bambini, come Ulisse, vivono ogni giorno l’avventura di scoprire il mondo, di misurarsi con l’ignoto e di scegliere tra mille strade possibili.

La scena sembra il ponte di una nave, con cavi e casse a definire gli spazi, abitato da strumenti sonori unici, costruiti assemblando oggetti di uso comune in forme inattese. Ogni creazione è un compagno di viaggio che porta con sé un doppio volto: da un lato evoca visivamente i personaggi incontrati da Ulisse – sagome che richiamano ciclopi, sirene, divinità e creature mitiche – dall’altro è soprattutto uno strumento musicale, capace di generare timbri grezzi e stratificati nati dall’attrito dei materiali. 

EH - OH! In marcia per la pace

Liberamente ispirato a La crociata dei bambini di Bertold Brecht
Con
Andrea Santantonio e Barbara Scarciolla | Regia di Andrea Santantonio e Nadia Casamassima | Adattamento drammaturgico Andrea Santantonio | Video scenografie Michela Rondinone | Composizione sonora Antonello Tosto

È uno spettacolo sul dramma vissuto da tutte le bambine e tutti i bambini che vivono in luoghi di guerra. Un luogo bombardato. Silenzio, polvere e macerie. 

È da quel silenzio che emergono due figure: un soldato e una bambina. Lui indossa la divisa di troppe guerre, lei porta negli occhi la paura e la fame. All’inizio si respingono, si osservano. Poi, passo dopo passo, trovano un modo per stare insieme. 

Non ci sono parole, solo gesti, suoni, immagini. Il soldato prova a proteggere la bambina e le insegna a sopravvivere attraverso l’ unica forza che la guerra non può distruggere: l’immaginazione. Tra la paura delle bombe, il rumore assordante delle sirene, il freddo e la mancanza di cibo, la fantasia diventa rifugio, gioco, resistenza. Finché dalla radio arriva un messaggio speciale: un gruppo di bambini è partito dai villaggi distrutti per cercare un posto di pace. La bambina si unisce a loro. E nel suo passo, nel suo canto, si sente un suono semplice, ostinato, universale: Eh-Oh.

Parte del ricavato della bigliettazione sarà devoluto a sostegno di Gaza.

In occasione dello spettacolo sabato 1 novembre alle ore 10:00, si terrà l’incontro pubblico “Infanzia e pace, cura ed educazione per crescere in pace”

Infanzia e pace, cura ed educazione per crescere in pace

In occasione dello spettacolo “EH -OH! In marcia per la pace“, sabato 1 novembre alle ore 10:00, si terrà l’incontro pubblico “Infanzia e pace, cura ed educazione per crescere in pace”, con la partecipazione di Riccardo Bosi (pediatra, esperto di etnopediatria e cooperazione umanitaria) e Anna Delorenzo (insegnante impegnata in percorsi di educazione alla pace nella scuola primaria). 

L’incontro vuole porre attenzione sulle conseguenze della guerra sull’infanzia e su come costruire percorsi educativi fondati sulla cura, la convivenza e la non-violenza.

Incontro aperto a tutta la cittadinanza. È gradita la segnalazione della partecipazione, scrivendo a organizzazione@centroiac.com.

L’iniziativa è in collaborazione con Tengaguerrancap e il Comitato per la pace – Matera. Con il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Basilicata e Comune di Matera.

SCHADENFREUDE

Spettacolo comico sulla sfiga altrui

Scritto da Francesco Ferrara | Con Salvatore Cutri | Scenografie e grafica Lorenzo Zanghielli | Foto di scena Marco Leonardo Pieropan | Video Videocrazia | Con il contributo di Fondazione Caritro, Pat – Provincia Autonoma di Trento, Mic – Ministero della Cultura, Comune di Mori, Cassa Rurale Alto Garda e Rovereto. Vincitore del Focus, piattaforma per la circuitazione dello spettacolo professionale in Trentino – Alto Adige promosso da Teatro Stabile di Bolzano e Centro Santa Chiara di Trento

Avete presente quel piacere segreto che avvertiamo quando il presuntuoso dell’ufficio si ribalta dalla sedia? O quando la vostra amica bella e perfettina viene mollata di colpo? Ce l’avete presente il godimento che proviamo quando i vetri infrangibili del pick-up Tesla si rompono sotto gli occhi atterriti di Elon Musk?
Tranquilli, non si tratta di avere un bidone dell’immondizia al posto del cuore. È un’emozione. È naturale. Ed è più comune di quanto siamo disposti ad ammettere. Si chiama Schadenfreude. Una parola che viene dal tedesco e indica la gioia per le disgrazie altrui. Sebbene si aggiri prepotente nelle nostre vite, la Sciadenfroide (si pronuncia così!) resta un sentimento furtivo e inconfessabile, con cui facciamo fatica a confrontarci.

Ma come funziona? A cosa serve?  È un difetto oppure no? In un’epoca di celebrazione dell’individualità, di isolamento e di gogne mediatiche condotte a colpi di tweet, di scontri politici e rabbia populista, di ironia che sempre più spesso degenera in cinismo, fare i conti con la nostra smania di schadenfreude è anche un tentativo di capire come si vive davvero di questi tempi.

Tecniche di lavoro di gruppo
Appunti per uno schiuma party

Progetto e produzione Dimore Creative | Drammaturgia Pietro Cerchiello | Regia Ariele Celeste Soresina | Con Pietro Cerchiello

Con il sostegno di Associazione Settimo Cielo, Teatro Stabile di Trieste la Contrada, Fondazione Claudia Lombardi per il Teatro Lugano, CURA, Periferie Artistiche

Un luogo lontano dal mondo, una città alla deriva. In cui il Sindaco è scappato, il Vicesindaco irreperibile. L’Assessore alle Politiche del Lavoro prende a calci i barboni, quello alle Politiche Giovanili è dentro per spaccio.  L’Assessore alla Cultura è il dittatore assoluto e ogni mese organizza lo Schiuma Party.

Qui un giovane attore insegna teatro – o qualcosa di simile – in una scuola media. È il primo giorno. È in silenzio, davanti a lui 23 ragazzi. Lo guardano. Lui starebbe per parlare, raccontare perché è lì. Un ragazzo alza la mano.

“Tu sei quello del Teatro”. L’attore dice di sì.
“Beh, io teatro non lo farò mai. Perché il teatro è vecchio e l’ha inventato Mussolini… sì, quello che si ciuccia il pisello da solo”…

Liberamente ispirato ad una storia molto vera, il racconto di un laboratorio teatrale. Dai primissimi passi fino all’atto finale: il Saggio.

Lindo, Regina e Soledad

Con Emanuela D’Agostino e Zulima Memba | Supporto tecnico Fabrizio Pronio | Scenografia Miriam Di Domenico | Disegno luci Renato Barattucci | Muppet Dulzura Teatro con la supervisione di Marco Lucci | Maestro di canto Gianni Gollini | Drammaturgia e regia Flavia Valoppi

Lindo, Regina e Soledad racconta con allegria e spensieratezza il rispetto per la natura e la diversità, l’amicizia con gli animali e le piante. Lindo una notte è fuggito, sparito. Qualcosa l’ha spaventato: un tuono, un lampo improvviso e Soledad lo cerca da giorni. Non si capacita di come l’asinello che ha sempre condiviso con lei ogni esperienza, sia sparito nel nulla. Sarà l’incontro casuale con Regina, che vive sulla panchina della piazza e si occupa amorevolmente delle sue piantine grasse, Rosina, Pallina, Brunella e Giorgino, sotto l’occhio vigile del guardiano Albert, che le farà ritrovare l’amicizia.


Tanti i personaggi di questa storia che si muovono in una piazza ben curata perchè sentita come una proprietà privata, come “una casa”. Una piazza però teatro anche di bullismo che fa nascere diffidenza verso i nuovi arrivati. Tanta la fatica per riuscire a fidarsi l’uno dell’altra, ma tra un gioco e una confidenza anche i cuori più duri riescono ad ammorbidirsi per dare spazio a tanto amore. 

In scena insieme ad Emanuela D’Agostino, attrice storica del Florian Metateatro in particolar modo impegnata nel teatro ragazzi, l’attrice madrilena Zulima Memba, ormai da anni residente in Abruzzo, laureata in recitazione presso la “Real Escuela Superior de Arte Dramático” di Madrid.

Nose nosense

Drammaturgia e regia di Andrea Menozzi | Musiche originali di Umberto Cavalli | Con Luca Comastri e Tania Passarini | Direttrice organizzativa Tania Passarini | Produzione Fraternal Compagnia APS, Beijing Penghao Theatre 

Due clown, Jojo e Boulà, si rincorrono continuamente in un viaggio alla ricerca della propria strada. A volte i loro cammini si incontrano, altre volte invece sono costretti a dividersi. Un viaggio comico e irriverente, dove il confine tra la realtà e l’immaginazione si dissolve, lanciando i due protagonisti in una serie avventure surreali e divertenti.

I protagonisti hanno con sé due valigie piene di oggetti improbabili (una ciabatta, corda, carta igienica e altro) che diventano simboli di un viaggio interiore, un cammino fatto di difficoltà, risate e peripezie.

La tempesta, metafora del cambiamento e delle difficoltà che ognuno di noi deve affrontare per poter crescere davvero, costringe i due ad aprire il proprio “bagaglio” e confrontarsi con le conseguenze delle proprie scelte.

L’interazione con il pubblico è il cuore pulsante dello spettacolo. La quarta parete si rompe, ed il pubblico diventa testimone di questo viaggio e complice dei due clown che si trovano, si rincorrono, alla continua ricerca della giusta strada

Teste dure

Di e con Alessandra Crocco | Produzione Ultimi Fuochi Teatro

Lo spunto è offerto da un racconto di Gianni Rodari, in cui un bambino, Martino, decide testardamente di percorrere una strada che non porta in nessun posto senza dare ascolto a chi lo scoraggia. Alla fine di quel sentiero trova un tesoro inaspettato. Dopo di lui molti altri si precipitano giù per quella strada sperando di diventare ricchi ma non trovano nulla.

“Perché certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova”.
Partendo da questa suggestione, la nuova produzione di Ultimi Fuochi Teatro racconta storie di “teste dure” (Rita Levi Montalcini, l’inventore dei Lego e la prima donna nello spazio), personaggi curiosi e determinati che, grazie alla loro perseveranza e al loro pensiero non convenzionale, hanno raggiunto grandi obiettivi.

Atto di dolore

Di e con Riccardo Lanzarone | Musiche originali Valerio Daniele | Assistente alla regia Barbara Petti | Scene Paolo Romanini | Costumi Chiara Pettenati | Luci Silvia Baiocchi | Produzione Solare Fondazione delle Arti Teatro delle Briciole | Con il sostegno del Trac Residenze Teatrali – Factory Compagnia Transadriatica

Leonardo Vitale nasce in una famiglia affiliata a cosa nostra, lo zio paterno Giovanbattista detto “Titta” è alla guida della cosca mafiosa di Baida dove Leonardo si forma come uomo di mafia trovandosi anche costretto a uccidere.
Il 29 marzo 1973 dovrebbe essere una data storica per l’Italia, ma in realtà nessuno la ricorda, nessuno ne mai parlato, tranne Giovanni Falcone 20 anni dopo.
Quel giorno Vitale si presentò alla questura di Palermo e dichiarò che stava attraversando una crisi religiosa e intendeva cominciare una nuova vita; si autoaccusò di due omicidi, di un tentato omicidio, di estorsione e di altri reati minori, e fece i nomi di Salvatore Riina, Giuseppe Calò, Vito Ciancimino ed altri mafiosi, collegandoli a precise circostanze, e rivelò per primo l’esistenza di una “Commissione”, descrivendo anche il rito di iniziazione di cosa nostra e l’organizzazione di una famiglia mafiosa.


Quelle dichiarazioni lo trasformarono nel primo e ultimo “pentito di mafia”, i casi noti degli anni ottanta e novanta hanno un’altra natura e un altro nome e sono passati alla storia come “collaboratori di giustizia”: mi pento per avere in cambio la protezione, mia e della mia famiglia. Leonardo Vitale si pente in preda a una crisi religiosa, vuole chiedere scusa a Dio, denuncia per pulirsi la coscienza e ricominciare una vita nuova.

Buon Natale signor Scrooge!

Con Vincenzo Accetta, Barbara Scarciolla, Nadia Casamassima | Regia di Nadia Casamassima e Andrea Santantonio | Adattamento drammaturgico di Andrea Santantonio | Produzione IAC Centro Arti Integrate

Tratto da “Canto di Natale” di Charles Dickens.

Tutti i dettagli sono in fase di aggiornamento.