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Sembra Amleto

Il filo non è ciò che si immagina. Non è l’universo della leggerezza, dello spazio, del sorriso. È un mestiere. Sobrio, rude, scoraggiante. [Philippe Petit]

Una sedia; una tomba; una montagnola di terra. Un testo dove tutto “sta scritto”: l’Amleto. Un’imperfetta ricostruzione del dramma Shakespeariano è necessaria perché l’attore arrivi a concludere il gioco, “togliersi il naso rosso”, a morire. Il personaggio muore, non l’uomo, che ha ancora qualcosa da dire alla madre defunta. È a lei, sulla sua tomba, che vomiterà addosso parole segrete, logorate dal buio, insudiciate dai troppi silenzi. Confessa.


Tutto questo «sembra», perché questo è recitabile. È la veste, o la scena, del dolore. Quello che è in
me va oltre lo spettacolo. [Atto I, scena II]

  • Scritto e interpretato da Francesco Zaccaro
  • Diretto da Ivano Picciallo
  • Scene di Alessandra Solimene
  • Luci di Joseph Geoffriau
  • Fotografie Anita Martorana
  • Organizzazione Sonia Polimeno
  • Produzione IAC Centro Arti Integrate / MALMAND teatro

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