Come va a pezzi il tempo
di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele
Produzione Ultimi Fuochi Teatro/Progetto Demoni – Capotrave / Kilowatt Festival- Infinito srl
Lo spettatore entra in una casa disabitata da poco.
Ogni cosa è ancora al suo posto e il tempo sembra essersi fermato.
Il silenzio amplifica il distacco tra i il visitatore e un luogo ancora muto.
Ma quella casa è stata vissuta ed è carica di segni che a poco a poco iniziano a parlare. Dal silenzio riaffiorano ricordi, momenti differenti, legati eppure distanti. Le porte, le stanze, gli oggetti, gli odori raccontano una storia, evocano le persone che hanno abitato quel luogo, le chiamano a ripetere scene già vissute.
“Le case non conservano fantasmi ma trattengono gli effetti degli ultimi gesti di vita.” (Elena Ferrante)
E’ una storia ridotta in pezzi, come la memoria di una vita, come un sogno ripercorso con la mente al risveglio.
E’ l’ultimo canto di un luogo prima che il tempo lo faccia lentamente decadere.
“Le cose belle giungono a un certo punto e poi cadono e svaniscono, esalando memorie mentre si distruggono”. (Francis Scott Fitzgerald)
Lo spettatore viene condotto dentro la storia, attraversando le stanze e nello stesso tempo le vite di chi le ha abitate, testimone discreto dell’eco di un passato che risuona ancora una volta.
Tenuto sul limite tra mondo reale e mondo immaginario, potrà quasi toccare i due personaggi ma non intervenire perché tutto e già accaduto.
Vedrà i due rincorrersi, incontrarsi e separarsi nelle diverse stanze e infine lasciare l’appartamento per sempre.
Il visitatore si ritroverà quindi di nuovo solo, nel silenzio irreale della casa inanimata eppure ormai familiare. Il distacco provato all’ingresso cederà il passo alla sensazione che si prova quando si abbandona un luogo pieno di ricordi.