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Bestiario

In un tempo antico, quando ancora le parole suonavano cupe come il suono che esce dalle grotte, in un luogo che era fermo come la pietra, gli esseri umani non sapevano scrivere…

Questo è l’incipit di “Bestiario materano”, una raccolta di favole della tradizione popolare materana.

Siamo partiti dai gesti ricorrenti della gente, che in modo naturale si trasformano in suoni e in parole, creando una continuità organica dalla carne che si fa verbo, o come è stata definita, “la lingua della confidenza originaria”.

Questa è l’enorme capacità che riconosciamo alle favole, che prima di essere state scritte erano raccontate e trasmettevano un universo di significati e simboli. Questo è successo per secoli, in modo costante ogni generazione affidava alla successiva il patrimonio orale delle vicende locali.

Nel 1952 Matera venne etichettata come la vergogna d’Italia. Questo determinò una profonda frattura, tra il passato e il futuro, tra la cultura contadina e il progresso. Il dialetto stesso era considerato una vergogna, fino ad essere rifiutato del tutto e diventare sinonimo di sottocultura o addirittura di ignoranza, di mancanza di istruzione. E così si è perso sia parte di quel patrimonio, sia la musicalità tutta locale, quella incredibile capacità di saper produrre “musica” che assomigli alla terra, alle origini.

Abbiamo quindi deciso di iniziare un percorso legato al dialetto e alla sua valorizzazione, cominciando con il recupero della favole che i nonni raccontavano ai nipoti, alternando l’italiano al dialetto, la lingua della scuola a quella del sentimento, provando a restituirgli quella dimensione “poetica” andata perduta.

Lo spettacolo è immaginato come una sorta di “Bestiario”, una raccolta di favole che i bambini pescano a sorte, e che hanno per protagonisti gli animali: galli, ricci, volpi, formiche, topi, talpe, asini e lucciole. All’interno di un baule ci sono tutti gli oggetti e i costumi per trasformarsi in animali, due attrici interpreteranno le storie accompagnate da due musicisti.

I testi di riferimento per la ricerca delle favole sono “Fiabe materane” di Franco Palumbo e “Quante storie” di Giuseppe Leo Sabino.

Lo spettacolo è stato immaginato per essere realizzato in spazi aperti, cortili, aie, piazzette

  • adattamento drammaturgico e regia: Andrea Santantonio
  • con: Nadia Casamassima e Barbara Scarciolla
  • musiche originale eseguite dal vivo: Tommaso di Marzio e Joseph Geoffriau
  • Costumi: Nadia Casamassima
  • Disegno luci: Joseph Geoffriau
  • fascia d’età: 6-12 anni
  • durata: lo spettacolo ha una durata compresa tra i 45 minuti e i 75 minuti

Raccolta di favole

Tappa 1 – La Caccazzopola (San Vito dei Normanni)

Tappa 2 – Cumpà Lup lup lup e cumpà volp volp volp (Miglionico)

Tappa 3 – Cumpà Gnummuried (Miglionico)

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